Gli affreschi, che decorano le pareti di tutte le grandi residenze minoiche, sono spesso legati a rituali, ma presentano anche scene naturalistiche in cui uccelli, scimmie e personaggi umani si integrano in un paesaggio ideale con fiori, rocce, sorgenti. Questi motivi raggiungevano uno tra i più alti esempi di rappresentazione naturalista e sintesi grafica.
Nello specifico, questo restauro digitale è un dettaglio dell’affresco cosiddetto della “Primavera” ritrovato ad Akrotiri (Santorini). L’affresco del XVI sec. a.C., ora presso il Museo Archeologico di Atene, occupava tre pareti della stanza Delta 2 del sito di Akrotiri, l’unico “trittico” trovato sull’intero insediamento. È un’opera d’arte meravigliosa, raffigurante un paesaggio roccioso dai colori vivaci punteggiato di gigli di mare in fiore e rondini volanti, dipinto con notevole precisione. La composizione apparentemente semplice contiene alcuni elementi di grande interesse. Alcuni critici romantici credevano che la coppia di rondini dal muro centrale fosse “uccelli che si baciano“, ma gli ornitologi ora suggeriscono che siano due uccelli maschi che combattono. I gigli in fiore che dominano la composizione ci aiutano a immaginare il paesaggio dell’isola prima della devastante eruzione di Thera.