Nel corso del 2018 ho preso parte, con la società IPOGEA, alla ricerca e alla grafica per la Tentative List UNESCO del territorio del Chianti Classico, nel cuore della Toscana tra Firenze e Siena.
Tra le varie attività svolte per elaborare l’idea-forza della candidatura ci sono state:

  1. Ricerca documentaria e bibliografica
  2. Ricerca geografica, cartografica, seguita da ricognizioni
  3. Analisi fonti iconografiche
  4. Illustrazione e grafica

Fonti iconografiche principali e sintesi morfologica del Chianti.

Queste attività hanno dato come risultato una sintesi delle qualità del territorio del Chianti per la giustificazione dei valori universali eccezionali, la selezione dei criteri secondo la normativa UNESCO e l’individuazione degli attributi necessari. A questo scopo è stata: analizzata la struttura del paesaggio; svolta una ricerca delle fonti storiche e iconografiche funzionali all’iter della candidatura; un’analisi GIS e cartografica per lo studio delle delimitazioni. Parallelamente all’analisi si è dimostrato funzionale all’interpretazione dei luoghi il mio lavoro di grafica e illustrazione, oltre allo scopo di rendere più comunicativa la ricerca. Fra le immagini ci sono alcuni esempi di queste schede, illustrazioni tipologiche, studi e schemi di sintesi.
Uno dei focus iniziali dello studio per la Candidatura è stata una robusta ricerca delle fonti storiche e iconografiche, ricca di autori illustri, utile per i confronti e richiami al paesaggio del Chianti:

  • Ambrogio Lorenzetti, Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo, 1338-1339
  • Francesco Botticini, Assunzione e Incoronazione della Vergine, 1474-1476
  • Leonardo da Vinci, Carta a volo d’uccello della Toscana, c. 1502
  • Giorgio Vasari, Allegoria del Chianti, 1563 – 1565
  • Piante di Popoli e Strade, Capitani di Parte Guelfa, 1580 – 1596
  • Albero Genealogico della famiglia Ricasoli, 1584
  • Bando del Graduca, 1716
  • Autori vari successivi (Romagnoli, Ridolfi, Nepi, Stelo, ecc.)

Una fonte su tutte è apparsa fin da subito rappresentativa della sostenibilità e della buona gestione del nostro patrimonio. Lo sviluppo del paesaggio dipende molto dalle leggi del “Buon Governo” e questo viene rappresentato bene nel celebre affresco di Ambrogio Lorenzetti, Allegoria ed effetti del Buono e Cattivo Governo del Palazzo Pubblico di Siena. Nell’opera si confrontano aree in cui regna l’organizzazione e la qualità della buona gestione con quelle degradate. La cultura del paesaggio, come per il territorio del Chianti, è frutto di sapienti regole applicate sia attraverso proclami scritti (prima che altrove) che norme del buon senso dettate da una continua stratificazione storica.
Persino nel dipinto di Francesco Botticini si può osservare l’organizzazione saggia del paesaggio, dove nella rappresentazione del Chianti, ravvisabile nella Casa Bianca, nel podere sulle colline di Marcialla e più in alto nel Sodo con una piccola fattoria vicino a Castellina, le costruzioni si integrano in modo armonioso con l’organizzazione rurale e le tracce dei boschi.
Anche l’apporto illustre di Leonardo da Vinci, pittore, studioso e amante del paesaggio, offre a un pubblico più ampio un’idea di come doveva essere il territorio all’epoca. Le sue vedute a volo d’uccello e le mappe dettagliate offrono ispirazione per la visione del racconto e la creazione di una immagine iconica.
Il Chianti infine è rappresentato in forma allegorica in un dipinto di Giorgio Vasari. L’opera fu realizzata nel 1563 nel Salone dei Cinquecento del Palazzo della Signoria a Firenze. Sono mostrati chiaramente i caratteri tipici della regione con le sue acque (nelle figure umane dei fiumi Pesa ed Elsa), montagne e città fortificate (si possono riconoscere le fortezze di Brolio, Castellina e Radda), caratterizzandola per la produzione del vino attraverso un Bacco che regge la coppa di vino e lo scudo con il simbolo del Chianti, il Gallo Nero.

Studiando attraverso carte e ricognizioni è emersa una organizzazione del territorio a tratti ancora evidente del periodo etrusco, romano e medioevale, riscontrabili nel sistema viario, nei complessi insediativi, fortificazioni e luoghi di culto. Nei periodi successivi, in quello rinascimentale e granducale, vi è una precisa gerarchizzazione di tipologie edilizie in relazione alla morfologia naturale e regole scritte e non che disciplinano per la prima volta le trasformazioni del paesaggio.
La morfologia del territorio può essere sintetizzata in 3 principali componenti, ciascuna con il suo sistema insediativo e rurale:

  1. La dorsale principale con i suoi punti panoramici, viabilità di crinale che conduce verso castelli e badie, caratterizzata dalla presenza di boschi e sporadiche coltivazioni;
  2. I crinali secondari con strade secondarie di crinale che raggiungono borghi, villaggi rurali, fattorie e le più semplici case coloniche, qui si trovano prevalentemente coltivazioni di vigneti e oliveti;
  3. La valle fluviale con le strade di mezzacosta e di fondo valle ci portano ai mercatali e gli edificati lungostrada, qui principalmente si riscontra il seminativo e la vegetazione ripariale.

Il Chianti conserva esempi eccezionali di monumenti storici rilevanti: castelli e badie, ville e fattorie, case coloniche e mulini, piccole chiese e tabernacoli stradali, tutte architetture e costruzioni tradizionali legate alla vita semplice e spontanea ma autentica tipica delle campagne toscane. Restituendo le fasi fondamentali dell’evoluzione del paesaggio dall’Età Antica passando per quella Medievale e Rinascimentale, ancora immutate fino ai giorni nostri.

Sintesi studi e ricerca dei mulini nel Chianti:

Esempi di schede tipologiche:

Privacy Preference Center