Una storia affascinante, da subito accostata al mito di Giona, racconta di un certo James Bartley, capitano della baleniera The Star of the East (La stella d’Oriente) inghiottito da un capodoglio. L’episodio è datato al 1891, quando la baleniera si trovava in spedizione a largo delle isole Falkland. Il capitano, durante la caccia al capodoglio, sceso su una scialuppa fu aggredito dall’animale infastidito dai ripetuti attacchi degli arpioni. La barca venne rovesciata e la maggior parte dell’equipaggio riuscì a mettersi in salvo, Bartley e un marinaio scomparvero tra i flutti. La caccia alla balena continuò fino a tarda ora, fino alla sua cattura. Il giorno seguente ne aprirono la pancia e al suo interno trovarono il capitano. Era ancora vivo, nonostante le 15 ore trascorse nello stomaco del cetaceo. Inizialmente incosciente, poi delirante per lo shock, si riprese del tutto dopo tre settimane. Passo il resto della sua vita portando i segni di quell’avventura. Perse la vista e la sua pelle non guarì mai completamente, sbiancata e raggrinzita dai succhi gastrici.
Nel 1991 il professore Edward B. Davis fa chiarezza sulla storia di James Bartley (il moderno Giona), indagando e scoprendo una serie di contraddizioni e confutando molti particolari della vicenda. E’ probabile che la storia abbia preso vita da un fantasioso racconto di mare. Forse traendo ispirazione da un’altra storia molto famosa, avvenuta diversi anni prima, quando la baleniera Essex partita dal porto di Nantucket nel 1820 fu affondata dai ripetuti attacchi di un capodoglio. I sopravvissuti ne riferirono la cronaca dettagliata dei quei momenti. Fu proprio quest’incidente e i suoi resoconti ad ispirare Herman Melville nel suo Mody Dick uscito del 1851.
Più probabilmente, la leggenda di Bartley era una voce messa in circolo per giustificare il mito di Giona dell’Antico Testamento, per dimostrare agli scettici della Bibbia i suoi episodi reali. Forse nasce proprio in contrapposizione alle già note teorie sull’evoluzione formulate da Charles Darwin (L’origine della specie, 1859), di poco anteriori.

Per approfondire l’argomento trovate qui l’articolo: Sopravvivere nel ventre della balena

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