Come ci racconta Pausania: prendendo la strada che si dirige a sud dell’Acrocorinto verso la regione montana, troviamo la porta Teneatica e un santuario di Ilizia. Qui sorge un borgo chiamato Tenea (oggi nota come Chiliomodi, situata a 15 km da Corinto e 20 km da Micene), che nella parte settentrionale confina con l’Argolide. Questo sito, equidistante tra Corinto e Micene, pare essere stato collegato, in antichità come oggi, da un passaggio, una strada a nord e una a sud.
Mappa dei principali siti micenei in Grecia.
La città chiamata Tenea è lontana al più sessanta stadi (da Corinto). Il popolo che l’abita dice essere Troiano di origine, i quali furono fatti prigionieri dai Greci e da Tenedo furono portati là, dove fu loro concesso di restare da Agamennone. Per questa ragione, tra gli dèi onorano specialmente Apollo.
Pausania
Argolide (nord-est del Peloponneso), siti principali dell’Età del Bronzo e loro sistema di strade.
Gli abitanti del luogo sostenevano di essere Troiani, reduci dei prigionieri tratti dagli Achei dall’isola di Tenedo, e di essersi stanziati in questa terra dopo la concessione di Agamennone di prendere dimora. Infatti, sotto la guida di Agamennone il territorio di Micene si estendeva a nord fino a Corinto e Sicione (Iliade, II, 569 sgg.), includendo appunto Tenea. Per il motivo che li legava ancora alla patria, essi veneravano il dio Apollo più di ogni altro (Pausania, II, 5, 4). Il dio solare era un alleato dei Troiani nell’Iliade, trovando un diretto parallelismo con il culto in suo onore dell’isola di Tenedo. Inizialmente non presente nel pantheon miceneo, Apollo sembra trarre il nome dalla più antica divinità Apaliunas di origine asiatica delle coste anatoliche occidentali, facente parte della triade divina insieme a Latona e Artemide.
Come riferisce M. Korfmann che ha effettuato scavi recenti a Troia, nella porta meridionale, ingresso principale all’acropoli, sono state trovate alcune stele inserite in blocchi di pietra, ornate con semplici incisioni che possono essere considerate raffigurazione del dio Apaliunas. Altre stele sono state rinvenute in prossimità di porte e ovunque presenti erano preposte a garantire la protezione del dio. Sembra si tratti di una tradizione antica visto che una stele raffigurante una figura umana armata di lancia è stata ritrovata sulla porta meridionale del primo insediamento di Troia.
Viene ricordata anche da Strabone (VIII, 6, 22) come città prospera, nella quale fu allevato Edipo, confermando le notizie di Pausania circa l’origine dei Teneati. Secondo Aristotele invece discenderebbero da Tenete figlio di Cicno e alleato dei Troiani. Sempre secondo Strabone (XVII, 3) i suoi cittadini sono andati a fondare Siracusa in Sicilia nel 733 a.C. Per Virgilio nell’Eneide, Roma e Tenea sono storiche città associate con antenati comuni Troiani. È argomento alquanto noto dai cicli epici, che reduci Troiani (esuli e deportati) abbiano fondato colonie lontane da Troia, basti pensare a Enea nel Lazio, Antenore nell’Adriatico, Eleno e Andromaca nell’Epiro, ecc.
Alcune iscrizioni menzionano gli atleti di Tenea, ma in genere non si sa molto di questa antica città.
Porta meridionale di Troia con stele incise inserite in blocchi di pietra, potrebbero essere considerate raffigurazioni del dio Apaliunas.
Di recente sono stati effettuati degli scavi che hanno confermato la presenza della città di Tenea del periodo ellenistico e romano, fino ad ora conosciuta solo attraverso la necropoli fuori dal centro.
Sono stati ritrovati resti di abitazioni e nuove tombe con molti reperti, gioielli e monete che vanno dal 300 a.C. al 400 d.C. Con l’occupazione di Roma del territorio greco sembra che la città abbia avuto una crescita economica importante, precisamente nel periodo del principato dell’imperatore romano Settimio Severo (193-211 d.C.). La prosperità di Tenea, tuttavia, non è durata a lungo. Durante il tardo IV secolo d.C., il numero di manufatti sembra diminuire, soffrendo probabilmente dell’invasione del Peloponneso del re goto Alarico, tra il 396 e il 397 d.C. I ricercatori confermano che questa decadenza è continuata e la città è stata abbandonata durante il VI secolo d.C.
Oggi Tenea, o meglio Chiliomodi, appare come un piccolo villaggio situato in una valle, circondato da boschi e alberi da frutta. La popolazione, schiva e diffidente, sembra dedita alla pastorizia e principalmente alla coltivazione dell’albicocca, pianta originaria dell’Oriente e introdotta in Europa in tempi remoti. Chissà, se dietro al silenzio degli abitanti del posto e al riserbo delle autorità competenti non possano affiorare un domani nuovi reperti dell’epoca più remota, per far luce su questo particolare episodio della storia. Secondo l’archeologa Elena Korka altre novità emergeranno grazie ai prossimi scavi che proseguiranno in futuro.